Molti anni fa ho attraversato Genova rapidamente e ricordo di averla osservata da un finestrino posteriore di una macchina.
La sensazione e' che sia una citta' che ti "offre il mare" quasi da ogni lato e che forse, come molte citta' del nord, sia un posto dove "le nuvole vanno , vengono...e spesso si fermano".
Sara' per questo che il film di Soldini mi ha incuriosito, la personale conferma che il mare diventa lo sfogo di ogni tristezza (bello il giro in barca), uno sterminato abbraccio dove ogni occhio malinconico si rifugia e chi e' nato o vive vicino al mare...lo sa !!!
Poi c'e' l'aspetto meno fisico del film che coinvolge, nello specifico la perdita improvvisa del lavoro, in generale un rapido RETROCEDERE che sconvolge, tra rinunce ad agiatezza, privilegi e sentimenti radicati in uno Status agevolato.
Tornare indietro fa paura e fa paura se si parla anche di affetti familiari, salute, giovinezza e tutto cio' che spesso non ti fa guardare "oltre".
Soldini ci dice che l'amore e' l'unica àncora a cui appoggiarsi e se lo fa attraverso degli ottimi Antonio Albanese e Margherita Buy...ci possiamo credere :-)
Il film non e' di quelli per una serata spensierata e non mi addentro nei giudizi troppo tecnici, lascio parlare le sensazioni che mi ha dato e un'altra banale certezza :
il lavoro, bello o brutto che sia, nobilita il tempo libero, la disoccupazione...lo rende insopportabile !!!
E.